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Circolo Micologico Giovanni Carini: quarant’anni portati bene! 

 

Quest’anno (2004) il Circolo Micologico Giovanni Carini compie quarant’anni; sembra utile, visto anche il traguardo temporale importante al quale siamo giunti, ripercorrere, in estrema sintesi, il cammino fin qui compiuto. Da un lato la coscienza del nostro passato rende tutti i soci edotti e consapevoli della vita del proprio sodalizio e dall’altro caratterizza il nostro presente e ci impegna per il nostro futuro.

La nostra storia è delineata da due periodi abbastanza distinti e caratterizzati.

Il primo va dal 1964, anno di fondazione del Circolo, al 1977; durante questo periodo la sede era presso l’Ateneo di Brescia.

Il secondo inizia il 1977 in concomitanza con il trasferimento della sede operativa presso il Museo Civico di Scienze Naturali.

È del tutto evidente che la differenziazione dei periodi non si basa solo sul cambiamento di sede, anche se non sono indifferenti per la vita di un Circolo come il nostro il luogo e il contesto nel quale è inserito; ma vi sono anche caratterizzazioni che riguardano le persone e le cose fatte.

 

 

Renato Tomasi (all'estrema destra) a una riunione di microscopia nel 1984.

Al centro si riconosce Ernesto Rebaudengo, mentre all'estrema sinistra si scorge Aldo Garbellotto

Negli anni che precedono il 1964 un gruppo di naturalisti, al seguito del botanico Nino Arietti (1902-1979), discepolo di Giovanni Carini (1883-1943), incomincia a occuparsi collettivamente di micologia; tra i suoi seguaci ci preme ricordare Renato Tomasi (1930-2001)

micologo insigne e indimenticato maestro per molti di noi.

Il gruppo assume una propria fisionomia sul piano micologico soprattutto a partire dal 1960 quando su sollecitazione dell’Arietti si tiene, presso l’Ufficio di Igiene di Brescia, un corso sui funghi mangerecci e velenosi. Tra l’altro, proprio in quegli anni, si allacciano i primi contatti con l’Associazione Micologica Bresadola di Trento, dove opera Bruno Cetto, e si acquistano i primi libri di micologia.

Proprio in virtù di questi avvenimenti e di un sempre maggiore interesse per la micologia, il gruppo decide di darsi una veste ufficiale e una struttura; così nel febbraio del 1964, con una prima assemblea costitutiva, vede la luce il “Circolo Micologico Giovanni Carini” nell’ambito dell’Ateneo di Brescia in via Tosio; la Presidenza dell’Ateneo incarica Arietti di dirigere il neonato Circolo mettendo a disposizione un idoneo locale per le attività; diciotto sono i soci fondatori, fra questi anche Adolfo Gallinari, tuttora socio attivo, che ricopre e ha ricoperto nel tempo funzioni dirigenziali.

 

 

Adolfo Gallinari e Gianfranco Medardi

all'escursione micologica di Quarone (1986)

Nel settembre dello stesso anno si organizza la prima mostra del fungo che si svolge in un negozio di Piazza Vittoria messo a disposizione da un socio, 150 le specie esposte distinte fra “buone” e “non buone”, moltissimi i visitatori (circa 4.000) tanto che sul giornale locale trova spazio un resoconto dell’iniziativa.

Nell’anno successivo si dà vita al “Notiziario ai soci”, in forma di ciclostilato, che sarà pubblicato fino al 1978 per complessivi 50 numeri; in queste pubblicazioni, scritte quasi esclusivamente da Arietti e Tomasi trovano spazio, oltre ad argomenti strettamente micologici, riflessioni sui vari ambienti naturali, sulla botanica in senso ampio e sulla vita del Circolo.

In questi anni i soci aumentano, anno con anno, si istituiscono gli incontri del lunedì e, sotto la direzione di Tomasi, vengono allestite varie edizioni della Mostra Micologica, con cadenza, per lo più, biennale. E non a caso in quegli anni (1969 la prima edizione, 1975 la seconda edizione) viene dato alle stampe da Arietti e Tomasi il testo fondamentale “I Funghi velenosi” arricchito, nella seconda edizione, da 32 insuperabili tavole del concittadino, socio e pittore Gian Battista Bertelli (1922-2001).

La cessazione della pubblicazione del “Notiziario ai soci”, e soprattutto il venir meno degli apporti di Nino Arietti, chiude questo primo periodo del Circolo, gestito dal binomio Arietti-Tomasi, ma che già faceva intravedere un approccio più strutturato.

 

 

Renato Tomasi

durante la revisione dei reperti al Convegno di Borno (1987)

Nell’autunno del 1977 il Circolo si stacca dall’Ateneo e viene aggregato al Museo Civico di Scienze Naturali dove per un lungo periodo ha la sede, oltre che operativa, anche legale. L’ambiente è più idoneo all’attività del sodalizio, le riunioni del lunedì sera trovano migliore collocazione, le attività micologiche sembra siano meglio espletate tanto che per molti anni anche la Mostra biennale troverà la sua collocazione all’interno del Museo.

L’associazione vi opera con profitto e senza particolari difficoltà.

Ogni anno si svolge l’assemblea annuale dei soci per l’approvazione del bilancio e per la definizione del programma del Circolo; ogni triennio vengono rinnovate le cariche sociali.

La biblioteca si arricchisce, ogni anno delle principali pubblicazioni italiane ed estere nel campo della micologia; a oggi il Circolo Carini ha a disposizione più di 200 volumi che sono un patrimonio anche per tutti i soci che possono consultarli e ottenerli in prestito per un periodo limitato.

Le dotazioni tecniche hanno nel tempo registrato un incremento notevole, a titolo d’esempio rammentiamo che possediamo due microscopi ottici, uno stereomicroscopio, due proiettori per diapositive e tutto il materiale occorrente per lo studio e la didattica.

Gli incontri del lunedì sono ormai un appuntamento fisso e strutturato, con una frequenza che varia a seconda del periodo.

Nel 1988 il Circolo Carini, pur mantenendo una sua struttura autonoma, ha aderito con buona parte della propria compagine all’Associazione Micologica Bresadola che conta a livello nazionale circa 12.000 associati; l’A.M.B. edita quattro riviste annuali che sono inviate a tutti gli associati, pubblica testi di micologia di alto livello scientifico e organizza eventi di approfondimento micologico; il nostro Circolo è molto presente e attivo all’interno dell’A.M.B. tanto che il nostro socio Carlo Papetti è membro del Direttivo Nazionale oltre che Direttore della Fondazione Centro Studi Micologici.

 

 

Carlo Papetti (che brandisce il bastone) e da sinistra Vittorio Restelli, Giustiniano Eggenter e

Maurizio Chiari in un momento di relax durante l'escursione micologica di Monte Campione (1987)

Con il mantenimento dell’accennata piena autonomia del Circolo Carini, a oggi gli iscritti al circolo sono circa 450 di cui 120 aderiscono anche all’A.M.B.

Da alcuni anni si è costituita la “Federazione dei Gruppi Micologici Lombardi” nata con lo scopo di essere un punto di coordinamento regionale e di curare i rapporti con la Regione Lombardia; il nostro circolo partecipa a questa federazione anche a livello di direzione.

Un’altra data importante e che segna un ulteriore passaggio nodale del Circolo Carini, è il 1992; viene firmato presso il Notaio dr. Bruno Barzellotti l’atto costitutivo dell’associazione corredato dallo statuto che in questo modo si trasforma da dichiarazione di volontà individuali in fondamento legale del Circolo Micologico.

Più sopra si indicava in 450 il numero dei nostri associati che negli ultimi anni sono in costante crescita e ciò sta a significare un circolo vivo e attivo; interessante è accennare alla composizione della compagine sociale in relazione alla provenienza territoriale; 270 soci sono residenti nella provincia di Brescia, inclusi parte dei 30 iscritti alla nostra sezione di Lovere (istituita nel 1977), i rimanenti sono sparsi nel territorio italiano e una decina provengono da stati esteri (Spagna, Francia, Svizzera); questo dato sta a significare da un lato un buon radicamento nel territorio di competenza e dall’altro una capacità di attrazione dovuta alla qualità micologico-scientifica del nostro intervento.

Fatte queste note di inquadramento generale è opportuno elencare di seguito le principali campi di iniziativa che hanno caratterizzato questa seconda parte della nostra vita associativa.

 

Corsi di formazione micologica di base

A cavallo degli anni ’79-80’si organizza il primo “Corso di formazione micologica” con un buonissimo riscontro di partecipazione (70 le presenze); il materiale didattico utilizzato, riveduto e integrato anche dai disegni di G.B. Bertelli, costituisce la prima edizione del testo “Introduzione alla micologia”; autori di questo lavoro e relatori al corso che sono: Renato Tomasi, Adolfo Gallinari e Albino Moretti (1928-1996).

L’organizzazione di corsi di formazione micologica di base diviene una costante per il Circolo che svolge ogni anno questa attività nella propia sede e in vari punti della Provincia.

Nel 1990 “Introduzione alla micologia” è ulteriormente riveduto e aggiornato a cura di Maurizio Chiari, Carlo Colosini, Ermanno Marchina (1938-1994) e Carlo Papetti, assumendo il titolo di “Introduzione allo studio dei funghi” e in questa stesura ottiene un notevole successo visto che molti gruppi micologici italiani lo utilizzano per l’organizzazione di loro corsi.

 

Corsi di approfondimento micologico

 

Negli anni 1986-87-89 il nostro circolo, allo scopo di fornire strumenti per elevare il tasso di conoscenza della micologia, organizza un corso di approfondimento denominato “Micologia 1, 2, 3; i partecipanti, per altro stabili per la durata del corso, sono una quarantina e si sono, in questo modo, dotati di strumenti idonei per potersi interessare di micologia in modo scientificamente corretto.

Le lezioni, in numero di dodici all’anno, hanno interessato i caratteri morfologici e organolettici, i caratteri anatomici e chimici oltre ai rudimenti della tecnica di indagine microscopica, gli approfondimenti numenclaturiali e sistematici, insieme alle metodologie per operare descrizioni corrette e tecniche valide.

I relatori, che avevano anche funzioni di discenti, sono stati M. Chiari, C. Colosini, A. Gallinari, G.B. Giliani, E. Marchina, C. Papetti e R. Tomasi, coadiuvati dai “microscopisti” G. Medardi e L. Plebani.

Dopo questa prima esperienza che è stata tradotta in dispense didattiche dattiloscritte, il Circolo Carini nel 2000 ha ceduto l’idea, il materiale e il modulo didattico all’A.M.B. che ha dato seguito a questa iniziativa organizzando corsi di approfondimento, sempre nell’arco di un triennio, nelle varie zone d’Italia e precisamente a Brescia, Bologna e Reggio Calabria, con l’impegno di ripetere questo appuntamento anche nei prossimi anni. Dei sette relatori a questo corso nazionale ben tre sono stati scelti nel nostro circolo e in particolare i soci C. Colosini, G. Medardi e C. Papetti.

 

Bollettino semestrale

 

Nel corso del 1981, grazie anche al lodevole contributo di Vittorio Restelli che si incarica della battitura dei testi, prende vita una pubblicazione periodica del Circolo col nome di “Bollettino del Circolo Micologico Giovanni Carini” che viene costantemente migliorata, sia nei contenuti che nella forma, fino a raggiungere l’attuale veste tipografica che prevede 48 pagine ricche di fotografie a colori che accompagnano i testi; dal 2003 il Bollettino, non più supplemento di “Natura Bresciana”, diviene pubblicazione autonoma iscrivendosi al Tribunale di Brescia e avendo come Direttore Responsabile Loris Ramponi. Proprio per questa continua attenzione al miglioramento e alla qualità scientifica, la pubblicazione è divenuta negli anni un punto di riferimento importante nel panorama delle pubblicazioni micologiche a carattere scientifico; lo attestano da un lato le richieste di ricezione del bollettino e dall’altro il desiderio di collaborare alla stesura dello stesso che ci viene da autori di altre zone d’Italia e non solo.

 

Mostre micologiche

 

 

la Mostra Micologica del 1990 al Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia; da sinistra:

Angelo Picena, Piero Forti, Luigi Plebani,  Giustiniano Eggenter e Vittorio Restelli

Come già detto, la prima mostra è del 1964; a questa hanno fatto seguito altre, all’inizio con cadenza biennale, negli ultimi tempi con cadenza annuale, fino a raggiungere, con quella di quest’anno, il numero 26 . Fino a una decina di anni fa la sede privilegiata è stata il Museo Civico di Scienze Naturali; è questo un luogo prestigioso e per certi versi naturale per un fatto espositivo riguardante una branca delle scienze botaniche, ma difficoltà attinenti all’agibilità di alcuni ambiti adibiti a spazi espositivi, la posizione decentrata e la necessità di intercettare fruitori diversi, ci hanno consigliato a ricercare sedi collocate nel centro storico; così abbiamo esposto in Palazzo Broletto, in Piazza della Loggia, nel salone Vanvitelliano (all’interno della Loggia stessa), fino ad arrivare, quest’anno, ad allestire la mostra nel Chiostro della Chiesa di S. Giuseppe. Il riscontro di pubblico è sempre stato all’altezza dell’impegno profuso essendo noi riusciti a determinare ed esporre un numero notevole di specie (addirittura 620 nella mostra del 1998).

Ma oltre alla mostra di Brescia, che il Circolo offre alla cittadinanza come sintesi del lavoro di un anno, allestiamo altre mostre chiamati da Enti Fieristici o da Enti Locali; tra le tante ricordiamo quelle che sono ormai divenute un appuntamento fisso come quella di Bornato, di Gussago, di Pisogne, alle quali si sono aggiunte proprio quest’anno le mostre a Nave e a Rovato.

 

L’Erbario Micologico Bresciano e le Segnalazioni delle specie del territorio bresciano

 

 

 

I partecipanti al Convegno di Val Dorizzo (1986). Fra gli altri, si riconoscono, da sinistra

G. Bellati, T. Nasi, A, Gallinari; al centro, G. Eggenter, E. Marchina, M. Chiari; in prima

fila al centro, C. Arici, C. Papetti, C. Gallinaro, A. Moretti e G. Sguazzi

Per dare incremento allo studio e alla conoscenza della micoflora, soprattutto bresciana, e per avere uno strumento utile anche ai fini delle nostre segnalazioni e pubblicazioni, nel 1985 viene dato l’avvio alla costruzione dell’Erbario Micologico Bresciano attraverso un accordo tra il nostro Circolo, il Comune di Brescia e il Museo Civico di Scienze Naturale. Gli apporti e la tenuta dell’Erbario sono normati da un regolamento che chiunque può consultare, così come chiunque, rispettandolo, può contribuire al suo incremento; al momento attuale sono erborizzati e depositati 1.200 campioni ed è in corso un apporto di altri 500 circa. Questo lavoro di erborizzazione consente anche l’aggiornamento delle presenze fungine nel territorio, con la segnalazione delle specie bresciane, realizzando di fatto una sorta di mappatura della micoflora fungina del nostro territorio: tra l’altro, presupposto per una segnalazione con valenza scientifica è proprio l’accompagnamento della stessa con reperti erborizzati.

Il lavoro di segnalazione delle presenze fungine è stato fatto sulle pagine della rivista “Natura Bresciana” e su quelle del nostro Bollettino. Il tutto si riallaccia a un primo blocco di segnalazioni, purtroppo privo di exsiccata, rappresentato dal testo La Flora micologica dell’Agro bresciano di V. Giacomini, edito nel 1947, che rappresenta prevalentemente le raccolte effettuate da G. Carini. Proprio su questo lavoro una commissione del nostro Circolo, composta originariamente da M. Chiari, G. Medardi, C. Papetti e dal compianto E. Marchina, ha lavorato procedendo a una sua revisione per assumerla come punto di partenza per un lavoro ragionato di segnalazioni delle specie bresciane.

 

A questi temi di attività più consistenti si devono poi aggiungere altri interventi che qui riportiamo a titolo esemplificativo: piccoli convegni residenziali, le escursioni collettive a scopo scientifico, la partecipazione ai convegni di microscopia e ai Comitati Scientifici Nazionali dell’A.M.B., le serate micologiche in sede.

 

Per festeggiare il traguardo dei quarant’anni e per dar conto del nostro processo di crescita, il Consiglio Direttivo ha deliberato di rivedere e aggiornare il nostro testo di Introduzione allo studio dei funghi ampliandolo e completandolo; una copia del testo così riveduto sarà data in omaggio a tutti i soci.

Sempre in occasione di questo anniversario è in programma l’elaborazione di un testo che riprenda in modo organico tutte le segnalazioni di presenze fungine nel bresciano, corredandole da indicazioni relative al luogo, alla data della raccolta e alla posizione del reperto essiccato.

 

Questa, in sintesi, è un po’ la storia del nostro Circolo; ma è soprattutto la storia di tante persone che hanno reso possibile questo percorso bresciano nella micologia. E la ricchezza del nostro sodalizio sta certo nella competenza micologica ma, soprattutto, sta nel fatto che questa competenza è il frutto non solo di approfondimenti personali ma anche di esperienze collettive e di percorsi condivisi.

Carlo Colosini