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Circolo Micologico "Giovanni Carini"

Per cominciare a studiare i funghi

 

PERCHÉ I FUNGHI?

Forse non tutti conoscono l’importanza che i funghi ricoprono negli ecosistemi che regolano la buona salute dei boschi e dei prati. Attraverso due semplici disegni vogliamo riassumere sinteticamente questo fondamentale e misconosciuto concetto.

 

CICLO RIPRODUTTIVO DEI FUNGHI

 

 

Per questioni di praticità iniziamo la trattazione dell'argomento riferendoci a un carpoforo adulto; il disegno mostra un esemplare sviluppato di Amanita caesarea, si noterà che dalla zona sottostante il cappello (imenoforo, in questo caso costituito da lamelle) si disperde una nube di minuscole particelle. Si tratta delle spore, in realtà non visibili ad occhio nudo, piccolissime cellule in grado di germinare e perciò simili a semi, le quali, una volta giunte a giusta maturazione, abbandonano il carpoforo che le ha generate ed ospitate, per intraprendere il lungo, e sovente impietoso, cammino della riproduzione. Osserviamo ora il comportamento di ogni singola spora: una volta giunta a dimora (terreno o altro substrato idoneo) essa germina, produce infatti un filamento composto da cellule filiformi dette ife, che prende il nome di MICELIO PRIMARIO. Questi in realtà è la vera pianta-fungo, ma a questo stadio è incapace di fruttificare. Affinché il micelio possa acquisire la capacità di produrre frutti, occorre che si verifichi un nuovo evento: bisogna che si formi un MICELIO SECONDARIO, ovvero l'unione di due miceli primari originati da spore di carica sessuale opposta. Nel disegno si osserva un micelio primario (azzurro) originato da una spora di carica +, che si incontra e si unisce ad un altro micelio primario (giallo) originato da una spora di carica –, costituendo così una pianta fertile, ovvero il micelio secondario (verde).

Il micelio secondario, che d'ora in avanti chiameremo semplicemente micelio, si diramerà estendendosi fino a ricoprire alcune decine di metri quadrati e, quando se ne presenteranno le condizioni favorevoli, potrà fruttificare producendo nuovi carpofori.

Da quanto rapidamente esposto emergono alcuni elementi piuttosto significativi; si comprende anzitutto che quello che impro-priamente chiamiamo solitamente fungo, altro non è che il frutto (al pari di una mela o di una pera) del "vero" fungo, ossia il micelio.

Si capisce anche perché ogni fungo produca tante spore: poiché l'evenienza che dalla sporulazione possa verificarsi la formazione di un nuovo micelio secondario è assai scarsa, ed inoltre si terrà presente che la fruttificazione stessa (la comparsa di nuovi carpofori) è condizionata da talmente tante concause (ancor oggi in gran parte da scoprire) che sovente il micelio, pur vegetando per decine d'anni, può "rifiutarsi" di fruttificare per stagioni e stagioni.

Può sembrare incredibile ma i funghi sono stati creati per "mangiare" e non per essere mangiati! Alludiamo al sistema di nutrizione dei miceli, qui troverà risposta l'ingenua, ma pur legittima domanda: «A cosa servono i funghi e perché è indispensabile rispettarli?».

Affrontiamo l'argomento con la medesima semplicità ma avvertiamo che in questo capitolo risiede la vera introduzione alla micologia, il conoscere alcune specie ne è solo una semplice conseguenza.

 

 

I SISTEMI NUTRIZIONALI

 

 

I funghi, per vivere, hanno la necessità di nutrirsi a spese di altri organismi vegetali o animali, viventi o no. Sono principalmente tre i sistemi nutrizionali cui sono dediti i macromiceti e, in funzione di questi, vengono generalmente distinti in tre gruppi:

SAPROFITI, quelli che si nutrono di sostanze organiche, animali o vegetali, non viventi. Tali funghi, assieme ai batteri e ad altri microorganismi, provvedono alla importantissima funzione di degradazione delle sostanze organiche, affinché tutte le spoglie del mondo vivente vengano restituite a quello inorganico sotto forma di acqua, anidride carbonica e sali minerali che assicurano il ripetersi del ciclo biologico. L'humus del terreno, costituito appunto di detriti vegetali in tutti gli stadi di decomposizione, rappresenta la fonte di nutrizione di un grandissimo numero di funghi saprofiti tanto macroscopici che microscopici.
Tra i primi possiamo ricordare Agaricus campestris, Lepista nuda, numerosi Coprinus, Panaeolus, Psathyrella, Agrocybe, Macrolepiota, Lepiota, Entoloma etc.

PARASSITI, sono funghi che si nutrono a spese di sostanze animali o vegetali viventi. Gran parte dei parassiti è costituita da microfunghi che possono rappresentare un serio pericolo per le piante, gli animali e l'uomo stesso, essendo la causa di gravi malattie che possono condurre alla morte dell'ospite. La peronospora, l'oidio, la ruggine del frumento, il mal secco della patate, etc., causate dai funghi cosiddetti "inferiori" e il mal del falchetto determinato dal notissimo Chiodino (Armillaria mellea s.l.), formano alcuni degli esempi più noti di malattie fungine diffuse nel regno vegetale. Tuttavia, i funghi parassiti sono regolatori del bosco poiché, di norma, attaccano solo le piante più gracili o ammalate migliorando, di fatto, la condizione delle altre essenze presenti nel bosco che, "liberate" da altri contendenti, fruiscono meglio delle risorse a loro disposizione. Sono parassiti numerose Polyporaceae e Corticiaceae.

SIMBIONTI, quelli che conducono vita di mutualismo con altri organismi viventi, dove il micelio entra in simbiosi con le radichette terminali di alberi superiori, arbusti o erbe, stabilendo con esse uno scambio continuo di sostanze nutritive. Il fenomeno, detto micorriza, si realizza per semplice contatto (micorriza ectotrofica, tipica dei basidiomiceti e di taluni ascomiceti). La combinazione è vantaggiosa sia per il fungo che per la pianta poiché quest'ultima si serve del micelio per estendere notevolmente la superficie da cui trarre sostanze nutritive (inorganiche) che assumerà utilizzando proprio le ife miceliari quali "tubicini di prolunga" delle proprie radici; ma vantaggiosa anche per il fungo (si intenda micelio) che riceverà indietro dalla pianta gli eccessi di alimentazione ormai fotosintetizzati (sostanze organiche), coi quali potrà esso stesso nutrirsi. È stato dimostrato che alberi micorrizati crescono assai più rigogliosi. Per tale motivo la comparsa di carpofori di funghi simbionti in un bosco ancor giovane prelude a un sano ed equilibrato sviluppo del medesimo. I particolari e delicati rapporti tra fungo e pianta che si stabiliscono con la micorriza, spiegano anche perché è riuscita fin ora vana la coltivazione di funghi molto apprezzati come l'Ovolo buono e i Porcini, al di fuori del loro ambiente naturale. Sono funghi simbionti i Boletus, compresi quelli del gruppo edulis, le Amanita, i Cantharellus, i Cortinarius, gli Hygrophorus, i Tricholoma, le Russula, i Lactarius etc.